Viaggio
Prima della Partenza
Questo viaggio era il viaggio, chiamiamolo in maniera altisonante, della vita (poi è piovuto tutti i giorni e lo dovrò rifare!). L'Islanda era quel posto mitico che riuniva in se tutte le forme con cui la forza della natura può presentarsi. Essendo appassionato di fotografia, le immagini viste sui diversi siti avevano pompato ancora di più questo desiderio, e a fine 2014 nel momento di organizzare le vacanze estive l'Islanda si è palesata come meta plausibile. Secondo me il turismo in Islanda è un turismo molto eterogeneo: ogni persona cerca in Islanda qualche motivazione differente e non è facile categorizzarlo in pochi semplici cliché.
Per motivi (che esulano questo blog) si è formato un gruppo di viaggio, pure questo molto eterogeneo, di ben 11 persone, probabilmente non la dimensione di riferimento per chi normalmente pensa di organizzare un viaggio. Indipendentemente dalla dimensione del gruppo, premetto che non è facile trovare alloggio a buon prezzo in Islanda ma essere in tanti paradossalmente ha ridotto un pò i costi in quanto è una tipologia comunque abbastanza diffusa il viaggio di gruppo in quest'area. Al momento (2015) le strutture ricettive sono poche e i prezzi alti.
La prima cosa che abbiamo prenotato è stato ovviamente il volo. Il confronto è stato fatto sui soliti siti di confronti (google/flights e skyscanner). Alla fine abbiamo scelto la via comoda (ma non economica) prenotando il volo diretto da Malpensa a Keflavik (l'aeroporto internazionale vicino a Rekyavik) della durata di circa 4 ore. Alternative più economiche sono presenti facendo scali intermedi. Per quanto riguarda i voli diretti ci sono al momento solo due compagnie (entrambe islandesi) che li effettuano, ovvero la compagnia di bandiera IcelandAir e la finta "low cost" WOW, con prezzi e orari simili (WOW e IcelandAir volano da e per l'italia a giorni alterni in maniera tale che per ogni giorno c'è una compagnia o l'altra disponibile). Scegliamo una durata abbastanza classica di 14 giorni, partenza il 5 Agosto alle 23:40 con rientro il 19 Agosto alle 16:50, volo con IcelandAir da 570 euro (prenotato a fine gennaio 2015).
Il secondo problema riguardava il noleggio veicoli. Nel 2015 tutta la N1, la Ring Road, la strada che fa il periplo dell'isola, è asfaltata (tranne un tratto di un paio di km a sud-est) e il tratto sud della Penisola di Snaefellsnes. Il nord della penisola di Snaefellsnes e i fiordi occidentali sono strade di terra battuta facilmente percorribili da qualunque auto a due ruote motrici. Se invece si vuole percorrere l'interno dell'isola e fare le famigerate F-road (le strade che iniziano con la lettera F) richiedono fuoristrada 4x4 seri e considerate che le F-Road sono aperte solo nei mesi estivi. Abbiamo guardato i prezzi della ditte di noleggio internazionali (Hertz, Avis, Budget, EuropCar) si sono dimostrati molto cari. Abbiamo pertanto passato in rassegna le agenzie locali (l'elenco lo potete trovare qua chiedendo per veicoli 4x4, normali ed eventualmente veicoli da 7-8 posti. Come conclusione si è scelto di prendere un fuoristrada leggero (un Dacia Duster) e un veicolo a due ruote motrici da 9 posti (un Renault Traffic). E' da notare che sono disponibili anche i Toyota Hiace, veicoli da 9 posti fuoristrada, ma la compagnia che ci ha fatto il prezzo più basso non ne aveva a disposizione. L'aver scelto un veicolo a 2 ruote motrici di fatto ci preclude il centro dell'isola: il ragionamento che abbiamo fatto è che come primo giro dell'Islanda il bordo esterno poteva essere sufficiente (anzi 2 settimane è comunque il tempo minimo per fare il giro) e mal che vada se uno voleva poi fare una visita nella zona interna si poteva staccare e assoldare uno dei tanti tour a pagamento. Le aree più turistiche dove è richiesto un 4x4 basico (ma un minimo di cognizione) sono Askja (evitando la F88 da quello che ho capito) e la valle di Landmannalaugar (via F225 e F208 che alcuni dicono che si possa fare anche con un 2 ruote motrici - ma dubito durante il disgelo -). Un giro un pò più impegnativo potrebbe essere quello per arrivare a Laki.
Per completezza faccio notare che si può girare parte dell'islanda usando i mezzi pubblici (ci sono alcune linee di bus che portano nei luoghi più importanti dell'isola) e svariati mini aeroporti sparsi per tutta l'isola. Infine uno può cimentarsi nel fare il giro dell'isola con mezzi impropri, tipo la bicicletta. Per tutte queste informazioni il sito www.visiticeland.com riesce a soddifare ogni curiosità.
Scelto il mezzo di trasporto e scelto indicativamente il percorso (volevo infatti fare i fiori occidentali perchè quelli meno turistici e con le pulcinelle di mare in Agosto, anche se sulla carta presentano meno attrazioni) si è provveduto a passare al setaccio i posti dove dormire con 11 persone e sopratutto l'ordine con cui percorre l'isola. Che si voglia fare l'interno o l'esterno l'Islanda si può percorrere in senso Anti-Orario o in senso Orario. Non c'è molta differenza tra le due scelte. Siccome le pulcinelle di mare tendono a migrare ad Agosto ho puntato a visitare per primo la penisola di Latrabjarg in modo da poterne apprezzare ancora in gran numero. Mettendo pertanto questo requisito abbiamo deciso di fare il giro dell'isola in senso Orario. Questo ha comportato di visitare i fiordi occidentali per primi: forse vedendoli per ultimi si sarebbe riuscito ad apprezzare maggiormente la solitudine e la calma che pervadono queste terre, sicuramente quelle meno turistiche dell'Islanda e pertanto senza autobus di gitanti ovunque.
Essendo ad Agosto, memori di esperienze negative in precedenza, abbiamo scelto di prenotare tutti i posti con largo anticipo (eravamo anche in 11 persone), limitando chiaramente la flessibilità del viaggio (ma anche imponendoci di vedere tutte le cose con ritmi ben stabiliti). In questo caso oltre al solito Booking e ad AirBnB abbiamo mandato email direttamente alle varie guesthouse, sempre trovate sul sito visiticeland.com: come garanzia bisogna comunicare il numero della carta di credito ma normalmente non vengono pre-addebitati gli alloggi e si può cancellare la prenotazione quasi fino all'ultimo.
Le tipologie di alloggio che si incontrano in Islanda sono del tipo (disclaimer: contenuto non totalmente originale):
- Farmhouse Accomodations (http://www.farmholidays.is/ 150 fattorie) Assomigliano ai nostri agriturismo, i "country hotel" rappresentano il top di gamma. Il sito di riferimento ne elenca 180, sono sparse in tutto il paese. Anche le fattorie, al pari delle guesthouse hanno delle categorie, che vanno dalla prima (la più bassa) alla quarta, anche qui è prevista la sistemazione in sleeping bag . Molte organizzano attività all'aperto come passeggiate a cavallo, pesca, caccia ed attività sportive come il golf. I prezzi 2012 formula B&B in camera doppia, vanno dai 52 euro per la prima categoria agli 82 euro per la quarta, in sacco a pelo 35 euro.
- Guesthouse (sono 368 sul sito visiticeland) Solitamente, sono delle vere e proprie case di privati cittadini che mettono a disposizione i posti letto della loro abitazione, le soluzioni sono diverse, potrete trovare la colazione a buffet inclusa, (oppure aggiungendo un piccolo extra di circa 7 euro) una cucina ed un bagno in comune con gli altri ospiti, la possibilità di dormire nei sacchi a pelo, è quasi sempre prevista, i prezzi variano in base alla qualità ed ai servizi offerti, mi è capitato di dormire in vere e proprie ville, senza pagare tantissimo, per avere un' idea, in media si pagano 60-70 euro a notte per una doppia con colazione .
- Hotels. Le catene principali sono la fosshotel e la icelandair hotels.
- Summer Hotels Nel periodo estivo, nelle zone fuori dai centri abitati, molte scuole vengono trasformate in veri e propri hotel, con camere nelle aule o camerate nelle palestre, ovviamente le sistemazioni sono molto spartane, ma in alcuni casi potete trovare anche il ristorante o la piscina geotermica, se siete interessati a questo tipo di soluzione date un'occhiata alla catena Edda.
- Cottage Vengono affittati al giorno o a settimane , hanno tutti un bagno e una cucina attrezzata, anche i cottage hanno una classificazione, si parte dalla A per quelli più spartani e si arriva alla D la categoria più alta dove potrete trovare persino una jacuzzi o il barbecue nella zona giardino. Le lenzuola le trovate solo nelle categorie più alte.
- Summer Houses Ogni islandese ha una casa di campagna, immersa nel verde, sulle rive di un fiume o ai bordi di un lago. Quando non usa la sua casetta in campagna la affitta ai turisti.
- Ostelli Sono 36 e sono gestiti dalla hostel.is, la formula è quella classica, camerate con bagni e cucina in comune, ma in quasi tutti trovate anche le camere private, anche qui il sacco a pelo è il benvenuto, a volte dovrete aggiungere il costo del noleggio delle lenzuola.
- Campeggi per concludere, il suolo islandese è costellato di innumerevoli campeggi. Bisogna ordinare la tessera online (campingcard.is) che è costosa, ma poi da accesso a tutti i campeggi islandesi.
I problemi maggiori per trovare dove dormire a prezzi moderati sono stati intorno al lago Myvatn, dove c'è molto turismo ma poche strutture ricettive (in tal caso abbiamo scelto l'ottima Elda Guesthouse e siamo rimasti per ben 2 notti).
Abbiamo finito di prenotare i posti dove dormire a metà febbraio 2015 e di conseguenza fino alla partenza ci siamo abbastanza rilassati, cercando di organizzare le giornate e ordinare le cose da visitare. Come ultima cosa ci siamo occupati di comprare e distribuire nelle valigie del cibo comprato a casa. Su questo tema rimando alle conclusioni.
Le tematiche aperte erano se prenotare il traghetto che permette di attraversare la baia che unisce Snaefellsnes ai fiordi occidentali e il tour per le balene nella zona di Husavik. Per il primo tema (quello del traghetto) abbiamo deciso di lasciare la decisione sul momento capendo se siamo riusciti a vedere tutta la penisola di Snaefellsnes o meno. Per le balene, nonostante si potesse cancellare comunque la prenotazione entro 24h prima della visita, siamo rimasti molto titubanti su quanti volessero o meno fare questa esperienza e sopratutto decidere in quale giorno saremmo stati in zona per farla, e anche in questo caso abbiamo rimandato la decisione al momento in cui saremmo stato vicino ad Akureyri.
Ho trovato su internet una mappa google con svariati punti di interesse qua in spagnolo e io ho fatto invece la mia qua.
Come navigatore offline ho scelto OsmAnd (versione gratuita) che è ragionevolmente comodo e ha tutti i POI per il turismo e zone di interesse. Ho esportato i punti di interesse della mia mappa in un file XML (ora lo metto online e spiego come fare) che OsmAnd può caricare.
5 Agosto
La partenza da Malpensa è stata praticamente a mezzanotte. Non c'è molto da raccontare del viaggio di andata verso l'aeroporto (a parte che Malpensa la sera è un deserto). Il volo è stato tranquillo. Da notare principalmente che anche IcelandAir (che tecnicamente non dovrebbe essere una low cost), nonostante il volo sia di 4 ore, non fornisce cibo gratuitamente (visto l'orario forse ha anche un senso) ma solo bevande, perciò abbiamo cenato in aeroporto prima della partenza. Oltre al cibo anche le cuffiette per la musica sono opzionali perciò se non volete comprarle e volete ascoltare la musica, portatevi le vostre se le avete.
In aeroporto (anche alle 3 di notte) c'è l'ufficio di cambio valuta per convertire gli euro in corone (aperto anche a notte fonda) e alcuni di noi hanno scambiato un pò di denaro (in Italia dubito che esista alcuna banca che gestiscano le corone islandesi). In alternativa all'ufficio cambio si può tranquillamente prelevare dai svariati ATM presenti a Rekyavik, Akureyri o nelle altre città (chiedete semmai alla vostra banca se il bancomat è abilitato per quel particolare stato). Sulla quantità di denaro da scambiare rimando alle conclusioni.
C'eravamo messi d'accordo con il primo posto dove dormire (visto l'orario avevamo scelto un hotel in zona Keflavik, il Bed and Breakfast Keflavík Airport, a pochi km dall'aeroporto, onesto) che ci venisse a prendere tutti 11 per portarci alla struttura dove dormire.
Il primo impatto con l'Islanda, di notte fonda, è stato di freddo e vento, tutto come preventivato.
6 Agosto
Notte di poco sonno per essere svegli di buon mattino, per fare colazione e andare al noleggio (alla fine per prezzi e offerta ha vinto Blue Car Rental la cui sede è attaccata all'aeroporto a Keflavik) facendoci riportare indietro dal pulmino dell'hotel.
Sbrigate le formalità si parte con l'esplorazione dell'Islanda, partendo dalla penisola di Reykjanes (dove c'è Keflavik, mappa qua) in particolare partendo dal nord-est dove ci sono ben due fari a Gardur: quello antico e quello moderno. La giornata è soleggiata e il clima mite (una delle poche della vacanza). I due fari sono carini e si può vedere finalmente lo scuro mare islandese da oltre il frangiflutti. Nell'area ci sono un paio di battelli tirati a secco ed esposti, oltre a un recinto con alcuni esemplari dei famosi cavalli islandesi.
Il giro della penisola continua attraversando piccoli quartieri residenziali man mano più radi, andando in direzione sud. Il primo punto di interesse sarebbe Hafnaberg (Hafnarberg), una scogliera dove nidificano diversi uccelli marini ma richiede un - seppur suggestivo - percorso a piedi di 2.5km, circa 40 minuti sola andata su terreno lavico, e pertanto decidiamo di saltare quest'area.
Lungo la strada che circonda la pensisola, all'altezza di Sandvík, il secondo punto interesse è Miðlína, il ponte tra i due continenti, un ponte pedonale che collega i due lati della rift valley che attraversa tutta l'islanda ma in questo punto è abbastanza visibile. Si può camminare sia sul ponte che sotto, nel mezzo di una piana lavica abbastanza suggestiva.
Subito dopo il ponte, andando sempre a Sud, si entra nell'area geotermale di Gunnuhver (Gunna´s Geyser)dove sono presenti alcune solfatare e una sorgente di vapore molto potente, tanto da bagnare la gente che si avvicina troppo. Diciamo che l'odore di zolfo presente nell'area sarà una costante durante la visita dell'islanda. Questo è il cosidetto "Parco dei 100 crateri": all'inizio della strada c'è una centrale (la Power Plant Earth Reykjanes, visitabile?) che sfrutta il calore geotermale per ricavare il sale dall'acqua di mare e fornire elettricità. Poco distante da Gunnuhver c'è un faro (il faro di Reykjanes costruito nel 1907 che ha sostituito nella stessa zona il primo faro di Islanda) e tutta la zona della costa, Valahnjúkur, è abbastanza piacevole dal punto di vista naturalistico per via della presenza di svariate falesie e faraglioni e una visita direi che è consigliata. Volendo si può salire in cima alla scogliera, Karlinn, alta 51 metri. A 8 miglia nautiche sud di Reykjanes c'è una piccola isola rocciosa chiamata Eldey. Tutta questa zona si raggiunge con un comodo sterrato dalla strada che costeggia la penisola. Vicino a Gunnuhver c'è anche una formazione lavica a forma di piscina circolare: Brimketill (Surf Kettle, Oddnýjarlaug). Per raggiungere Brimketill prendere lo sterrato a 63.82179, -22.60478 (63°49'18.4"N 22°36'17.2"W).
Dopo la visita sulla costa proseguiamo il giro della penisola più che altro per fermarci a pranzo nell'unico paese a sud della penisola: Grindavik. La sosta per il pranzo viene effettuata ad una stazione di servizio N1 (tutte le stazioni di servizio cucinano hamburger e poco altro ma sono aperte sempre).
Visto l'orario siamo costretti a saltare un'area di interesse della penisola, la zona di Krisuvik/Seltun, per metterci in direzione dell'alloggio della sera che si trova molto più a nord, fermandoci comunque vicino a Rekyavik per fare spesa a un supermercato Bonus. Altre zone di interesse che abbiamo saltato sono state il faro di Akranes (un faro visitabile) e la (modesta) città di Borgarnes.
Oltrepassata Borgarnes, arriviamo nel tardo pomeriggio al campo geotermico di Deildartunguhver, una sorgente d'acqua calda che con i suoi 97 gradi e 180 litri al secondo è la maggiore d'europa. L'ambiente circostante è suggestivo molto più della sorgente in sè (di fatto un torrente di acqua calda che sgorga dal suolo). Nei pressi c'è una serra riscaldata direttamente dal calore della sorgente.
Proseguendo verso l'entrotetta, a una mezz'ora di strada da Deildartunguhver, si incontrano le prime due cascate notevoli Islandesi: Barnafoss e Hraunfossar (che sono adiacenti). Barnafoss di fatto non è una vera e propria cascata ma sono le rapide del fiume, mentre Hraunfossar (le cascate di lava) è molto interessante in quanto è formata da tanti rivoli che escono da un campo di lava, rivoli alimentati dall'acqua di un ghiacciaio a centinaia di chilometri di distanza. Dal parcheggio al ponte sopra Barnafoss sono appena 5 minuti a piedi.
Se avessimo avuto ancora più tempo a disposizione si poteva proseguire oltre e arrivare a visitare l'enorme campo lavico di Hallmundarhraun.
Torniamo invece sui nostri passi e finalmente arriviamo per l'ora di cena al posto di pernottamento (restiamo qua per due notti), una fattoria nella zona nord ovest della penisola di Snaefellsnes: la fattoria di Níels Sigurður Olgeirsson è raggiungibile dopo un comodo sterrato di diversi chilometri e concede quel giusto grado di isolamento che ci si aspetta per essere in Islanda. Qui abbiamo accesso alla cucina della struttura e riusciamo a fare la nostra prima cena per 11 persone. Il cielo è diventato plumbeo, ma verso le 23 le montagne intorno si tingono di arancione per un istante, significando che il sole è riuscito a trovare uno spiraglio tra le nuvole e il terreno.
7 Agosto
Il secondo giorno è dedicato interamente alla visita della penisola di Snaefellsnes. La strada a nord della penisola (parte della 54) e il collegamento tra la fattoria e la costa sud (la 55) è sterrato ma si viaggia a una velocità comunque sostenuta (i limiti di velocità in Islanda sono 90 km/h sulle strade asfaltate e 80 km/h sulle strade sterrate).
La 55 praticamente attraversa tutta la valle di Hnappadalur (qui ci sarebbe qualcosa di interessante da visitare se non un paio di pozze d'acqua calda ma non ho trovato bene i dettagli). Il primo luogo di interesse ci obbliga a tornare un pochino verso sud, per visitare il cratere di Eldborg. Qui parte un trekking di circa 2 ore per giungere alla sommità del cratere, camminando per 2,5km (sola andata) attraverso il campo lavico. A parte la salita vera e propria al cratere (dove è richiesto un minimo di sforzo fisico) il sentiero è molto facile. Dall'alto del cratere c'è una soddisfacente vista sulla pianura e sui fiordi circostanti.
Il trekking di due ore ovviamente ci fa sballare molto la tabella di marcia e torniamo alle auto praticamente a mezzogiorno. Decidiamo pertanto di saltare le scogliere di basalto di Gerduberg e di iniziare ad affrontare la penisola di Snaefellsnes. Con il senno del poi avrei evitato il trekking al cratere di Eldborg (o almeno sarei partito molto prima), per concentrarsi meglio sulla penisola e visitare piuttosto uno dei svariati crateri presenti nella zona ovest della penisola.
Dopo il cratere di Eldborg iniziamo il giro della penisola di Snaefellsnes in senso orario e la prima sosta (avendo saltato le colonne di Gerduberg) è alla colonie di foche di Ytri-Tunga. Qui c'è un comodo parcheggio e dopo un breve sentiero a piedi si raggiunge una spiaggia fatta di scogli e, saltando da uno scoglio all'altro, si riesce ad avvicinarsi, fotograficamente parlando, alle foche le quali, tutt'altro che spaventate, passano la giornata a crogiolarsi al sole.
La sosta successiva è alla suggestiva chiesetta nera di Budir con l'annesso cimitero. Qui (abbastanza in ritardo) ci fermiamo a mangiare i panini preparati con il cibo comprato al market, cercando riparo dal vento sferzante dietro all'Hotel Budir.
La tappa successiva è il centro di Arnarstapi dove facciamo due passi fino alle scogliere sulla costa (ma mi scordo di cercare il faraglione Gatklettur per il quale la cittadina è famosa: e dire che il monumento al faraglione è ben visibile!).
Sicuramente il posto merita una visita approfondita perchè grazioso, ma per questo giorno i tempi sono molto tirati. Avendo più tempo a disposizione si poteva andare a visitare Sönghellir, una serie di grotte in un campo lavico, da cui fra l'altro si dovrebbe apprezzare maggiormente la vista del Snæfellsjökull, il ghiacciaio che copre il vulcano Snæfell. Da Arnarstapi c'è un sentiero sulla costa che porta fino ad Hellnar Cove (sentiero che in effetti ci avrebbe fatto incontrare Gatklettur). Sempre per i tempi stretti giungiamo a Hellnar direttamente in auto. Qui c'è una stretta baia di ciotoli grandi e circondata da rocce deformate dalle forze che hanno modellato l'Islanda. Abbastanza suggestiva e ci concediamo per merenda una torta allo Skyr (ed eventualmente una birra) alla caffetteria della baia.
Velocemente ci fermiamo a fare una foto al faro di Malariff ma saltiamo la zona di Lóndrangar (sono degli imponenti faraglioni) a cui probabilmente una visita veloce sarebbe stata apprezzabile: dal faro c'è un sentiero di 1km che porta a Lóndrangar (o a Þúfubjarg). La scelta è stata fatta per fermarci maggiormente a Djúpalón. A poca distanza dal parcheggio si può già vedere la spiaggia nera dall'alto della scogliera per poi scendere lungo un breve sentiero alla spiaggia vera e propria. Qui ci sono interessanti scorci, l'ambiente è molto suggestivo per via dei forti contrasti di colore tra il nero della spiaggia, il blu del mare, il verde dei prati, l'azzurro di un laghetto, l'arancione dei resti di una nave spiaggiata e il bianco in lontananza del ghiacciaio. Passano un pò inosservate le famose 4 pietre tonde che veniva usate per testare la forza dei possibili marinai, al momento localizzate alla fine del sentiero.
A questo punto, essendo tardo pomeriggio, c'è il dubbio se tornare indietro senza fermarsi a visitare il resto del nord della penisola e fermarsi un giorno in più o visitare almeno Kirkjufellsfoss e il giorno dopo ripartire alla volta dei fiordi occidentali: decidiamo per la seconda scelta. Continuiamo pertanto il giro della costa in direzione nord attraversando i suggestivi crateri di Holaholar (che meritavano quasi sicuramente una visita), saltando la zona di Svortuloft (scogliera e faro) e tutti i paesini sulla costa (a occhio non sembrano tuttavia così interessanti).
L'ultima sosta è pertanto alla cascata di Kirkjufellsfoss e a Kirkjufell, la montagna più fotografata di Islanda, dove restiamo fino alle 20.
Da questo punto in poi, fino alla fattoria, la strada è di nuovo sterrata, costringendoci a ritmi un pò più bassi e arriviamo alla fattoria a sera tardi ben pronti per la cena.
8 Agosto
Anche per via della posizione molto a nord-est della fattoria dove abbiamo dormito le precedenti due notti, decidiamo di non prendere il traghetto di Stykkishólmur ma dirigerci in macchina verso i fiordi occidentali prendendocela un pò con comodo. Lungo la strada non ci sono cose particolarmente interessanti ma ci fermiamo a fare un escursione a una cascata non segnalata sulle mappe (ci sono un paio di cascate imponenti lungo la strada ma non indicate). A Djupidalur, soprendentemente, ci siano vasche di acqua calda dentro a una fattoria. Ci sono svariati punti dove fare le foto all'alto dei moltissimi fiordi che è necessario attraversare lungo la strada. Ci fermiamo a pranzo all'Hótel Flókalundur, poco più a nord di dove sarebbe dovuto attraccare il traghetto Baldur proveniente da Stykkishólmur, e arriviamo alla GuestHouse Bjarkarholt poco dopo pranzo (verso le 14.30), posto dove passeremo la nottata. Dopo i convenevoli con il proprietario decidiamo di andare a fare un bagno nelle vasche di acqua calda sulla spiaggia dove siamo però costretti a un rovinoso dietrofront visto che la signora richiedeva un obolo in moneta contante per farci accedere (obolo di cui noi, armati di sola moneta plastica elettronica, eravamo sprovvisti).
Poco male perchè partiamo alla volta delle scogliere di Latrabjarg, facendo comunque una sosta alla nave mercantile/baleniera BA64 spiaggiata che si incontra lungo la strada. La strada che conduce alle scogliere è sterrata ma facilmente accessibile da qualunque mezzo di trasporto. Lungo la strada c'è anche il museo Minjasafn Egils Ólafssonar að Hnjóti (o si chiama Hnjótur Folk Museum?) dove all'esterno sono parcheggiati svariati rottami di velivoli e cose simili.
Appena dopo la cittadina di Breidavik si arriva alle scogliere. L'impatto con le scogliere e con le pulcinelle di mare è stato eccezionale, come da programma. Gli uccelli che nidificano su queste scogliere non hanno paura degli esseri umani e permettono un livello di fotografia ottimo. Passiamo un tempo molto lungo in quest'area.
Al ritorno facciamo una deviazione (aimè veloce) verso la spiaggia di sabbie rosse (più gialle) di Rauðisandur (Raudasandur), ormai però con una luce molto fioca e meno di impatto: la spiaggia è rivolta a sud, e il sole era ormai dietro la montagna alle spalle. Rimane da visitare solo la inmancabile chiesetta nera. È anche vero che non abbiamo neanche cercato troppo i punti migliori per osservare la zona essendo molto in ritardo e sicuramente qualche scorcio di notevole impatto c'era (almeno vedendo le foto su internet) nonostante l'orario: tuttavia consiglio di visitarla durante le ore centrali della giornata (fra l'altro c'è anche un French Cafè in fondo alla baia). La strada per scendere già a Raudasandur è abbastanza pendente con diversi tornanti ma fattibile con un meteo asciutto.
Torniamo in GuestHouse nuovamente a un orario tardo, cena e poi letto.
9 Agosto
Iniziamo l'esplorazione dei fiordi dell'ovest: le uniche due attrazioni turistiche rinomate sono le scogliere di Latrabjarg (fatta ieri) e la cascata di Dynjandi, per il resto i fiordi sono lasciati all'esplorazione libera e selvaggia (fino ad arrivare agli estremi di chi vuole affrontare Hornstrandir).
Prima di arrivare a Dynjandi ci fermiamo nel corso d'acqua, Dynjandisa, che sovrasta la cascata per fare una esplorazione a casaccio dell'area, osservare il fiordo dall'alto, avvicinarci ad alcune ulteriori cascate, per arrivare solo dopo alla cascata, maestosa, vera e propria.
A Dynjandi c'è un comodo sentiero (ovviamente bagnato) che porta dal parcheggio fino alla sommità della cascata principale permettendo di osservare da vicino le altre 6 sottocascate (già di per loro uniche): Bæjarfoss, Hundafoss, Hrísvaðsfoss, Göngumannafoss, Strompgljúfrafoss, e Hæstajallafoss.
Dopo la visita alla cascata ci mettiamo in viaggio diretti fino ad Isafjordur, dove arriviamo abbastanza velocemente nel primo pomeriggio, giusto in tempo per un pranzo ritardato. Volendo tra Dynjandi e Isafjordur ci sarebbero teoricamente diverse aree di interesse da visitare ma bisogna entrare nell'entroterra con l'auto.
Nel pomeriggio andiamo a Sudavik dove doveva esserci un interessante museo sulla volpe artica: di fatto una stanza piena di volpi impagliate. All'esterno del museo invece, accessibile senza dover comunque visitare il museo (semmai fare una sosta alla caffetteria anessa sarebbe stato più piacevole) c'è un recinto con dentro alcuni giovani esemplari di volpe artica (le volpi si possono osservare da fuori la rete). Le montagne dietro Sudavik sono comunque imponenti e la vista da dietro il museo è apprezzabile.
Dopo un giro di Isafjordur, fatta una mini spesa e la cena, proviamo ad andare a cercare un sole di mezzanotte a nord, sulle alture di Bolungarvík (primo tratto della 630 e poi a destra inerpicandosi sul fiordo). Il sole non lo incontriamo, ma incontriamo nuvole neve e ghiaccio. Non ho molte informazioni di questa area (la valle di Hlioardalur) viste le avverse condizioni climatiche, ma potrebbe essere molto interessante. La strada panoramica costiera che congiunge Bolungarvík e Isafjordur lungo la costa è interrotta da una frana perciò ci fermiamo un attimo a fare le foto al faro e poi ritorniamo sui nostri passi passando nuovamente per la galleria.
10 Agosto
Ci dirigiamo lungo la strada che costeggia il lato est dei fiordi. Il viaggio è principalmente segnato dalla pioggia e cielo plumbeo per la prima parte della mattinata. Questa zona è ricca di sorgenti termali dove uno potrebbe fare un bagno (visitare sempre http://hotpoticeland.com/).
Il percorso consiste nel seguire i vari fiori uno dopo l'altro, ma in effetti si riescono a fare diverse soste fotografiche ed esperienziali. Per esempio lungo la strada c'è una zona di avvistamento foche con lo sfondo della penisola innevata di Hornstrandir. C'è la sosta a comprare la marmellata. C'è la deviazione alla pozza di acqua calda di Nauteyrarlaug, scavata nel terreno in mezzo al nulla con però il casotto per cambiarsi.
Sosta a pranzo a Drangsnes, davanti al faraglione roccioso di Kerling, a guardia della costa. A Drangsnes ci sono 3 piccole piscine artificiali gratuite di forma ottagonale affacciate direttamente sul mare, di fatto attaccate all'unica strada, abbastanza gremite. Anche a causa della pioggerella decidiamo di saltare il bagno nelle piscine e la visita ad Hólmavík (facciamo comunque una sosta al supermercato). Da Drangsnes ci sarebbe una strada sterrata che conduce sul bordo della penisola di Hornstrandir fino ad Arnes dove c'è una famosa piscina calda (Krossnes) sul mare. Per il resto è un continuo di cascate, fiordi, strade sterrate, pecore. Tutto senza turismo.
Continuiamo lungo la strada dei fiordi orientali fermandoci ogni tanto per esplorare la zona. Qui in effetti è mancata una vera pianificazione su cosa visitare ma il viaggio è piacevole.
Arriviamo nel tardo pomeriggio all'alloggio, di nuovo sulla 1 (in un ostello molto carino sulla baia, con due piccole piscinette calde), per poi spostarsi a cena ad Hvammstangi in una piccola caffetteria e poi esplorazione al tramonto della penisola di Vatnsnes: attenzione che qui la strada è molto accidentata. L'obiettivo era come quello della sera prima: cercare il sole di mezzanotte (o almeno un simil-tramonto essendo ad Agosto), sperando che tramontasse tra la penisola e Hornstrandir. Alla fine è tramontato dietro le nubi e il problema non si è posto. Il secondo obiettivo era raggiungere Hvitserkur ma, principalmente per l'orario ma anche per la strada un pò troppo sconnessa che avrebbe richiesto ritmi di viaggio molto bassi, rinunciamo. Il lato est della strada 711, quella che circonda la penisola di Vatnsnes, forse è meno sconnesso e si arriva direttamente a Hvitserkur: da valutare.
11 Agosto
Viaggio tranquillo e molto piacevole lungo la costa centro-nord Islandese. Si è rientrati nella zona turistica islandese e si nota tuttavia basta abbandonare un attimo la Ring Road per poter di nuovo visitare attrazioni senza orde di turisti scatenati. La prima sosta è in ogni caso un posto altamente tustistico: il museo di Glaumbær ovvero casette con muri e tetto in erba da visitare all'interno, con annessa chiesa e caffetteria. Ovviamente facciamo una sosta dolce in caffetteria per la seconda colazione.
Dopo Glaumbær ci inerpichiamo lungo una strada sterrata a nord di Sauðárkrókur, cercando invano una chiesa interessante (Víðimýrarkirkja, simile a quella comunque di Grof) ma l'abbiamo cercata a Sauðárkrókur invece che a Víðimýri a causa del punto GPS errato della mappa. In ogni caso, inerpicati lungo la 748 siamo arrivati a Grettislaug, dove c'è una bella vista di Drangey, un'isolotto in mezzo alla baia e da qui partono i giri in barca intorno all'isolotto (http://www.drangey.net/) stesso. C'è anche una pozza di acqua calda a pagamento, normalmente gremita, se non un bar.
La seconda vera tappa della giornata ci obbliga ad entrare nell'entroterra della penisola per arrivare ad Hólar, paese suggestivo nel fondovalle con una cattedrale famosa (Hólakirkja Cathedral) e alcune case con il tetto in torba (Nýibær turf-house). Qui ennesima sosta con pranzo al sacco. Volendo da Holar partono diversi sentieri (lunghi comunque diverse ore) per arrivare in cima alle montagne sovrastanti (per esempio in cima al monte Gvendarskál, 450 metri di dislivello in poco piu di 2 ore di cammino, da cui è indicata una vista mozzafiato, e non stento a crederci).
La terza sosta è alla chiesetta con il tetto erboso di Grof: per arrivare c'è da entrare a casa di un fattore e fare un breve tratto a piedi nel campo erboso. La chiesa di per sé è splendida, incastonata nella vallata e con lo sfondo del ghiacciaio.
Dopo la chiesetta di Grof si continua il periplo della penisola fino ad arrivare a Siglufjörður, paese di mare molto affascinante. Fino all'ultimo eravamo dubbiosi se spingerci così a nord, ma la strada è molto buona e non abbiamo allungato più di tanto passando da Siglufjörður. La città è meravigliosa. Facciamo una visita alla zona del porto e degli edifici museo (museo dell'aringa: http://www.sild.is/en/) per poi ripartire alla volta di Akureyri, la seconda città per dimensioni dell'Islanda.
Qui facciamo un minimo di shopping e cena in centro città da Bautinn, un posto notoriamente turistico, ma buono.
12 Agosto
Oggi il gruppo si è diviso: due-tre volte a settimana c'è un battello che da Dalvik porta a Grimsey (un isola sperduta a nord dell'islanda dove ufficiosamente si entra nel circolo polare artico) perciò un paio di persone del gruppo sono andate qua e io, con gli altri, a fare il Whale-Watching partendo da Akureyri per poi visitare meglio il resto del tragitto programmato per oggi.
I racconti di chi ha visitato Grimsey sono nel complesso positivi, a parte che non c'è molto da vedere, il mare era molto forte e la traversata è stata tutt'altro che piacevole a causa del mare molto mosso.
Per quanto riguarda invece le balene, alla fine il giro non è stato prenotato in anticipo ma ci siamo solo presentati in anticipo rispetto alla partenza e siamo stati tranquillamente imbarcati (da Akureyri il mezzo per vedere le balene è una barca molto grande). Essendo forse una giornata di sole, le balene si sono presentate innumerevoli volte e dopo 3 ore la cosa è risultata abbastanza noiosa. I whale-watching partono anche da Dalvik o Husavik: non ho al momento giudizi se da queste parti il giro è più emozionante.
Dopo aver fatto il giro balene ci fermiamo a pranzo lungo la strada poco fuori dal centro di Akureyri in un solito fast-food per poi spostarci in direzione Godafoss dopopranzo. Nonostante la mattinata di sole, il tempo atmosferico si è trasformato nuovamente in bigio e piovoso. La cascata comunque anche sotto queste condizioni climatiche è molto fotogenica. Abbiamo parcheggiato l'auto vicino alla stazione di servizio e fatto il ponte sopra la meno famosa Geitafoss per entrare nell'area. C'è anche un grande parcheggio prendendo la strada a destra prima del ponte (per chi viene da Akureyri) esattamente di fianco alla cascata principale. La cascata si può visitare sul lato destro con vista dall'alto, saltando da una roccia bagnata all'altra, mentre scendendo dal lato sinistro si può vedere da sotto. Dal lato sinistro c'è anche un sentiero che segue il fiume per un tratto abbastanza lungo.
Finita la visita a Godafoss ci dirigiamo verso Myvatn dove staremo lì per 2 notti. Visto il tempo piovoso lasciamo i bagagli in appartamento a Reykjahlíð e puntiamo ai Myvatn Natural Bath per fare un paio di ore di bagno termale. Molti dicono che i Myvatn Natural Bath non siano secondi alla più blasonata e turistica Blue Lagoon: a causa della pioggia e del freddo (e del fatto che non ho fatto poi la Blue Lagoon) non sono in grado di poterlo affermare con certezza.
Dopo cena facciamo un giro sulle sponde del lago a Reykjahlíð ma il cielo comunque plumbeo non permette di apprezzare l'area.
13 Agosto
Sveglia presto per sfruttare a pieno la giornata di sole.
La prima tappa è la cima del cono vulcanico di Hverfell e la circunavigazione completa del suo bordo (qualcuno ha deciso anche di scendere e attraversarlo per il lungo). Giro di un paio di ore molto bello perchè il punto di vista elevato permette di apprezzare a pieno le svariate conformazioni geologiche che circondano il lago e le diverse montagne vulcaniche intorno.
Seconda sosta a Dimmuborgir dove si cammina in mezzo a una colata lavica: niente di eccezionale alla fine ma solo tanti turisti. Volendo ci sono sentieri da fare a piedi che collegano Hverfell a Dimmuborgir: l'anello di 15km Grjotagja - Hverfell - Dimmuborgir si può fare in un paio di ore.
Terza sosta sulla penisola di Höfði dove ci fermiamo per il solito pranzo al sacco in mezzo a un prato verde. Da qui poi facciamo un giro del sentiero che costeggia la penisola per vedere un pò il lago dal basso e può di avifauna (e finalmente incontriamo i fastidiosi moscerini del lago Myvatn).
Dopopranzo cerchiamo di finire i punti di interesse sul lago, facendo la quarta sosta con giro molto veloce per i pseudocrateri a Skútustadir sulla sponda sud del lago: nel complesso non male. Ci sarebbero stati altre montagne da scalare a MyVatn: Dalfjall (semplice, 2-3 ore) e sopratutto i 529 metri di Vindbelgjarfjall (il monte Vindbelgur, impegnativo, 1 ora sola andata) e i 771 metri di Hlíðarfjall (impegnativo, 30-40 minuti sola andata) ma il tempo contato non lo permette minimamente.
A questo punto abbandoniamo la zona del lago di Myvatn per spostarci verso la cima del vulcano di Myvatn: il Krafla. Lungo la strada nord che congiunge il lago al vulcano c'è una sosta obbligata alla pozza di acqua solfurea bollente (non passa inosservato un lago azzurro fumante) sfiato della centrale. Per oggi saltiamo la zona del passo di Námaskarð (c'è da dire che è proprio lungo la strada perciò si farà il giorno successivo ma bisoogna notare che è una zona strpiena di turisti) per dirigerci direttamente verso la zona del Krafla. La strada è costeggiata da un ruscello sulfureo lattiginoso: c'è un'area di sosta con una doccia (ora corrosa ma dalle foto di qualche anno fa ci doveva essere anche un WC - un opera d'arte? -). In cima facciamo sosta alla centrale geotermica Leirbotn dove però non c'era la possibilità di fare la visita dentro la centrale stessa (colpa dell'orario? o era spenta per manutenzione? non mi ricordo): ci sono comunque un paio di stanze che raccontano come è stata costruita la centrale, la storia dei Myvatn Fires/Krafla Fires e una macchina per il caffè caldo (sempre utile).
Facciamo il giro a piedi intorno al cratere Viti Maar impiegandoci circa un oretta: oltre al cratere in sè che è notevole, ci sono diverse fumarole sulfuree e gli sfiati di vapore dei diversi agganci della centrale geotermica.
Dopo Viti ci spostiamo nella limitrofa zona di Leirhnjúkur ("la collina di fango"), un immenso campo lavico preceduto da questa collina di solfatare e fango ribollente. Anche qui un giro molto semplice di circa un oretta a piedi lungo il sentiero segnato per poi tornare al parcheggio affollato.
Ritorno per k.o. tecnico, cena e letto.
14 Agosto
Sveglia presto (questa volta è andata meno bene e ci siamo dimenticati a letto) visto che la giornata si preannuncia molto piena. Facciamo una sosta subito a Grjotagja visto che è a un paio di km dal posto dove abbiamo passato la notte. La visita è molto breve e consiste nel scendere due gradini di roccia per arrivare a questa pozza d'acqua calda sotterranea sotto la colata lavica. Nel giro mi sono scordato di visitare la grotta gemella, Stóragjá, raggiungibile tranquillamente a piedi dall'appartamento.
Dopo la visita alla grotta recuperiamo la visita a Námaskarð non fatta la sera prima: sempre comunque piena di turisti. Qui ci sono solfatare e pozze di fango bollenti. Informazioni trovate su internet proponevano di inerpicarsi sulle colline dietro, ma decidiamo di tagliare la visita all'area.
Usciamo definitivamente dall'area del lago Myvatn e affrontiamo il canyon Jökulsárgljúfur dal lato ovest (il "west bank", facendo la 862) anche se la scelta ha dei pro e dei contro (sarebbe consigliabile vederle da entrambi i lati, ma ci sono tanti km di strada da fare e forse diventa un pò noioso rivedere la cascata due volte). Dal parcheggio è possibile arrivare abbastanza velocemente (andata/ritorno sono 1,5km) a Dettifoss (la cascata più grande islandese) e vedere lo spettacolare canyon. A monte c'è Selfoss che si raggiunge sempre a piedi in circa mezz'ora da Dettifoss: qui si può "saltare" sulle rocce bagnate per avvicinarsi al corso d'acqua.
A valle di Dettifoss invece c'è Hafragilsfoss: si può arrivare a piedi con un percorso di un paio di km. Alternativamente c'è un parcheggio in alto del dirupo raggiungibile in auto (c'è una stradina a destra uscendo dal parcheggio di Dettifoss con le indicazioni) da cui si vede l'intero canyon con la cascata dall'alto. Entrambe le viste sono molto suggestive.
Da Dettifoss a Hljóðaklettar la strada (sempre la 862 che diventa F862) è indicata per 4x4: di fatto un pò accidentata ma in estate percorribile anche con un 2 ruote motrici (sono presenti diversi corsi d'acqua asciutti: in caso di pioggia probabilmente si sarebbero riempiti e non sarebbe stato possibile percorrerli con un 2 ruote motrici). Raggiungiamo Hljóðaklettar, le "scogliere Mormoranti", nel primo pomeriggio e facciamo il solito pranzo al sacco. La visita al canyon, percorso circolare di 2,4 km, porta via circa un oretta: le rocce formate da colonne basaltiche sono molto impressionanti. Qui ci sono alcune formazioni importanti: Trollid, con una notevole struttura a nido d'ape, Kirkjan, la chiesa, e Kastali, il castello. Se avessimo avuto più tempo potevamo allungare la visita fino ad arrivare ad Rauðhólar, un gruppo di crateri con una gamma eccelsa di colori, allungando la visita di un altra oretta e facendo diventare il giro a piedi lungo 5 km. Per il resto le scogliere mormoranti sono state molto silenziose, senza troppo afflusso di turisti.
Dopo Hljóðaklettar la F862 migliora e diventa più facilmente percorribile da un veicolo con solo 2 ruote motrici. Ásbyrgi è l'ultimo pezzo dell'area scavata dal fiume glaciale Jökulsá á Fjöllum da visitare. In auto si raggiunge il parcheggio sul fondo del canyon e si può fare un semplicissimo giro a piedi in questa zona fino ad arrivare alla fine del canyon dove c'è un suggestivo laghetto (Botnstjörn pond) e una tenue cascata. Alternativamente il canyon si può vedere dall'alto del "promontorio" Eyjan, sicuramente con una vista mozzafiato, ma avrebbe richiesto un percorso a piedi molto più lungo (4.5km, 2h) che non abbiamo fatto ma che parte dal campeggio all'inizio del canyon (si parcheggia davanti all'ufficio del campeggio). In totale ci sono 9 percorsi di trekking intorno al canyon di diversa difficoltà e lunghezza.
Fatto pertanto velocemente Ásbyrgi attraversiamo velocemente il tratto abbastanza desertico dell'islanda orientale (molto affascinante) saltando tuttavia la deviazione per Möðrudalur: l'imbocco della valle per Möðrudalur è veramente molto suggestivo e attira il visitatore ad addentrarsi un minimo nell'entroterra. Ci fermiamo a cena presso l'N1 a Egilsstaðir (l'obiettivo originale era comprare cibo per preparare una grigliata per ferragosto ma abbiamo trovato solo carne di pecora, ovviamente, e il supermercato alle 19.30 voleva anche chiudere). Dopocena finalmente raggiungiamo l'alloggio a Seyðisfjörður ormai in notturna.
15 Agosto
Decidiamo di prenderci la mattinata comoda (forse non è stata un idea eccezionale, ma forse obbligata dato il tour del giorno precedente). Facciamo un giro in centro ad Seyðisfjörður, molto piccolo ma ci sono diverse case colorate e la chiesa azzurra ha comunque il suo fascino, e visita alla cascata che scende dal lato sud della baia (cascata di cui io non ho trovato il nome). Di fatto il paesino avrebbe diverse zone per fare trekking, anche lunghi, e cose molto curiose da visitare come per esempio Tvisongur: delle sculture musicali assurde. A metà mattinata sbarca anche la nave da crociera che inonda la minuscola cittadina di turisti.
Ripartiamo verso le 11 in direzione di Hengifoss, fermandoci un paio di volte lungo la strada, immortalata dalla epica scena del longbow nel film "I sogni segreti di Walter Mitty", che collega Seyðisfjörður ad Egilsstaðir per vedere le cascate, in particolare Gufufoss e i laghi glaciali in cima.
Per fare il giro di Litlanesfoss ed Hengifoss sono necessarie un paio di ore ma la cascata e l'anfiteatro che la circonda valgono tutti gli sforzi (a parte la salita iniziale è abbastanza tranquilla come passeggiata) necessari per raggiungerla. Al momento attuale non è possibile arrivare sotto ad Hengifoss come invece sembrava possibile dalle mappe che avevo consultato: il sentiero tende ad essere mangiato dal torrente e per raggiungere la base della cascata bisogna suppongo entrare in acqua o saltare sulle rocce con tutti i contro del caso. Il sentiero ufficiale è sul lato sud-ovest: se si attraversa il torrente (ovviamente ben lontano dal gorgo) nel lato nord-est non c'è di fatto un sentiero segnato. Non c'è neanche un sentiero segnato per arrivare alla cima della cascata. Ritorniamo al parcheggio alla base di Hengifoss giusto in tempo per pranzare, sempre sul tardi.
Il resto del pomeriggio consiste nel viaggio verso Hofn (abbiamo dormito poco fuori Hown a Glacier World, location molto piacevole). Qui è presente l'unico tratto sterrato della Ring Road, con un passo di montagna molto affascinante nonostante fosse totalmente immerso nelle nubi. La costa dei fiordi orientali è molto bella e si presta a diverse soste per ammirare le montagne e i volatili. Prima di Hown ci sarebbe il bivio per vedere la penisola di Stokksnes, uno dei luoghi più iconici di Islanda: il proprietario della terra e/o il gestore del Viking Cafe chiedono dei soldi - ora 1000ISK a testa/giorno - per entrare nella loro proprietà, perciò regolatevi. Entrando in Hofn e dirigendosi fino al mare è possibile vedere, al di là della baia, le svariate lingue glaciali del Vatnajokull (rammendo che poi ogni lingua glaciale ha un suo nome proprio). I (pochi) ristoranti in centro ad Hofn si sono presentati pieno di turisti obbligandoci a cenare in un N1 (abbastanza mediocre, nella mediocrità) e fare solo il dopocena in un pub che però avrebbe comunque chiuso più presto del solito quel giorno perchè c'erano i fuochi d'artificio a Jokulsarlon (se non fossimo stati così stanchi avremmo dovuto andare per vedere una cosa unica nel suo genere).
16 Agosto
Mattinata uggiosa, forse la meno adatta per vedere la magnificienza di Jokulsarlon. Jökulsárlón è il più spettacolare lago glaciale islandese che sfocia direttamente in mare appena dopo il ponte sulla 1. Con Jökulsárlón il viaggio in Islanda raggiunge il suo massimo. Ovviamente qua i turisti sono a frotte. Ci dilunghiamo un sacco di tempo sul lato del mare della baia con gli iceberg spiaggiati (alcuni su internet la chiamano Icy Beach), per poi passare un altro svariato tempo intorno alla baia vera e propria (non siamo però andati verso il ghiacciaio vero e proprio). Qui è possibile fare tour in barca, zodiac o mezzi anfibi per avvicinarsi agli iceberg in mezzo alla laguna. Al caffè offrono cialde di ghiaccio lagunari (Ice lagoon waffles).
Per il semplice motivo di ritenere che fosse la medesima, manchiamo invece la laguna glaciale gemella, Fjallsárlón, che è immaediatamente dopo Jokulsarlon.
Facciamo invece una sosta a Svinafellsjokulsvegur, un'altra lingua glaciale qualche km più avanti (le indicazioni non sono presenti, bisogna andare a buon senso o seguire gli autobus turistici che si infilano lungo una strada sterrata) dove c'è un piccolo pezzo a piedi per avere un punto di vista sulla sommità del ghiacciaio.
Pochi metri dopo il bivio per Svinafellsjokulsvegur, si entra al centro parco di Skaftafell dove arriviamo per l'ora di pranzo. Qui c'è un enorme parcheggio perennemente pieno con ristorante bar self-service. Da questo spiazzo partono gli svariati tour organizzati sul ghiacciaio, ma anche una serie di sentieri (direi meno turistici) per vedere le lingue glaciali dall'alto. Dal parcheggio, sotto la pioggia battente, facciamo il sentiero, molto semplice, fino a Svartifoss (durata un oretta circa a/r) totalmente sotto una pioggia battente.
Lungo la ring tra Skaftafell e l'alloggio (l'Hotel Laki, vicino a Kirkjubæjarklaustur, carino) ci sono tante cascate senza nome (sarà stata la pioggia?). Facciamo una sosta veloce davanti al cancello per a Foss a Sidu (direi, non è segnata con un cartello ma il GPS non dovrebbe mentire) e in vari punti panoramici lungo la strada. Cena a Kirkjubæjarklaustur e giro per le 2 cascate del paese in "notturna".
17 Agosto
Questa giornata sarà una delle più intense del viaggio dominata dall'area del Katla GeoPark.
Rivediamo, questa volta con la luce del giorno, le due cascate di Kirkjubæjarklaustur (Systrafoss e Stjornarfoss, tanto si arriva davanti in auto) e visitiamo Kirkjugólf, ovvero delle colonne di basalto ridotte a livello del terreno a formare una specie di pavimento piastrellato. Volendo c'è un sentiero (1km giro completo, 20 minuti, 100 metri di dislivello) che porta in cima a Systrafoss e la vista dall'alto dicono che sia meravigliosa (dove c'è anche il lago Systravatn). Se già il giorno prima a Skaftafell avevamo avuto il dubbio, da ora in poi, percorrendo la ring road in senso orario, la zona sarà densa di turisti.
Seguiamo pedissequamente la ring road fino a incontrare una deviazione e dopo un comodo sterrato (la 206) si arriva al parcheggio (con servizi igenici) nella parte inferiore di Fjaðrárgljúfur, un canyon molto affascinante. Il giro a piedi lungo il bordo (alto) visitabile porta via circa un oretta. Dal punto di vista fotografico il canyon è favoloso, sopratutto l'incontro dei due rivoli d'acqua alla sommità, peccato per il cielo nuvoloso. L'acqua non è alta e volendo, con le dovute precauzioni, si potrebbe fare un giro anche da sotto, sicuramente un punto di vista diverso.
Prima di arrivare a Vik la nostra attenzione si ferma su un promontorio in mezzo al sandur: Hjorleifshofdi. Diciamo che è difficile che la montagna in mezzo alla spiaggia passi inosservata. Ovviamente ci mettiamo a scalarlo e la salita di 220 metri ci porta via aimè un paio di ore non preventivate. In cima c'è la tomba di Hjorleifur, uno dei primi colonizzatori islandesi del 9 secolo. La vista dall'alto della spiaggia nera è notevole e permette una visuale a 360 gradi dell'area. Pranzo al momento della discesa, come al solito tardi. Da segnalare la mancanza di turismo in quest'area.
Con le auto ci dirigiamo verso la spiaggia (con la dovuta attenzione per il veicolo con solo 2 ruote motrici) parcheggiando dove il terreno non è eccessivamente sabbioso per non restare bloccati. La spiaggia nera è notevole.
A Vik ci fermiamo alla chiesa in alto per vedere il panorama della baia e subito dopo ci dirigiamo a Rynisfjara per ammirare le colonne basaltiche (la grotta di Halsanefshellir) e i faraglioni sul mare al di là del promontorio. La spiaggia è molto famosa e pertanto ci sono troppi turisti rendendo impossibile fotografare le colonne basaltiche: probabilmente è una zona da visitare in momenti meno affollati e in alta stagione bisogna venire di mattino presto o di sera. Anche da Vik c'è un sentiero a piedi che permette la vista dei faraglioni (Reynisdrangar) dal lato est. A Rynisfjara (Reynisfjara) si possono fare delle foto agli spruzzi di acqua che si abbattono sugli scogli (fra l'altro è chiamata "Deadly Beach").
Da Vik c'è una strada da 4x4 serio che permette di andare alla sommità di Reynisfjall (il promontorio che sovrasta Vik e che la separa da Reynisfjara) o che preferibilmente se ne possono percorrere i 4km dalla strada alla cima in circa un ora a piedi sola andata (considerate pertanto 3 ore per fare un giro completo dell'alto del promontorio): il sentiero si può prendere partendo dal centro di Vik. Alternativamente lungo la 215 presso la Reyniskirkja (chiesa) c'è una strada off-road che porta alla cima che anche in questo caso si può percorrere a piedi (o fare un unico anello da Vik alla spiaggia passando per Reynisfjall lungo circa 15km). Qui in alto c'è una splendida vista sulla spiaggia nera, su Dyrhólaey (e ogni tanto si possono vedere le pulcinelle) e sul ghiacciaio del Vatnajokull.
La sosta successiva è a Dyrhólaey, ma qui la sosta è molto rapida perchè siamo già pomeriggio inoltrato e l'elenco delle cose da vedere in giornata è ancora lungo. Peccato perchè la zona vale sicuramente la visita (è anche una zona bella piena di turisti). Qui ci sono due spot: in basso alla spiaggia Kirkjufjara e in alto sul promontorio al faro Dyrholaeyjarviti attraverso una sterrata.
Sosta ai rottami dell'aereo DC 3: per raggiungere il posto è necessario fare circa 2 km di sterrato molto roccioso entrando per un cancello lungo la strada, faticoso ma fattibile (sempre con un pò di cognizione) anche con il 2 ruote motrici moderando la velocità. Aggiornamento: Il proprietario ora ha chiuso l'accesso all'area e per arrivare al relitto ora è necessario fare 4km a piedi, in circa 40-50 minuti A/R.
Sosta veloce anche a Skógafoss (tempo di andare sotto la cascata e poi in cima): qui c'è veramente una infinità di turisti ma la cascata è effettivamente maestosa.
Visita abbastanza completa invece a Seljalandsfoss (con l'immancabile giro dietro la cascata). Il mio obiettivo era arrivare alla cascata comunque sotto sera in maniera da avere la cascata, che affaccia ad ovest, illuminata dal sole e poter così fotografare il sole attraverso la cascata.
Poco più avanti dovrebbe esserci anche Gljúfrafoss e Gluggafoss, altre due cascate, molto meno turistiche ma dalle foto direi che ho visto su internet molto interessanti, che saltiamo visto che è già ora di cena e dobbiamo arrivare ancora al posto dove dormire, a circa un ora di auto da qui.
18 Agosto
Iniziamo il "circolo d'oro" subito con una deviazione fuori dal circolo d'oro cercando itinerari meno turistici lungo la 32 attraverso la valle di Þjórsárdalur per vedere, per esempio, le cascate di Hjálparfoss, l'Hekla in lontananza, una ricostruzione di una fattoria vichinga a Stöng (mediocre, costruita per celebrare i 1100 anni della colonizzazione dell'Islanda) e l'oasi di Gjáin. Per mancanza di voglia (la stanchezza del viaggio comincia a farsi sentire) non siamo scesi giù a Gjáin ma l'abbiamo visto solo dall'alto. Qui la strada è sterrata e molto sconnessa. Nella valle c'è anche Háifoss ma pare che per raggiungere la cascata la strada sia ancora più difficile e richiede un 4x4 sufficientemente alto.
La prima tappa del circolo d'oro è Gullfoss: anche qui pieno di turisti e il tempo piovoso. Dopo la visita alla cascata, di fatto molto rapida, ci fermiamo qua a pranzare in auto.
Nel pomeriggio la prima sosta è a Geysir, dove in effetti si perde molto tempo, piacevolmente, ad aspettare che il geyser sbuffi. In questo caso gli sbuffi sono del geyser gemello Strokkur, in quanto Geysir vero e proprio sbuffa oramai solo una volta all'anno, al contrario del giovane sbuffatore che invece si presta a una performance a intervalli che vanno da 5 ai 10 minuti (e a volte anche performance doppie).
Essendo un pò in ritardo, dopo Geysir tiriamo diritto fino a Thingvellir. Lungo la strada, fuori dai 3 big del circolo d'oro, si trovano diverse altre attrazioni interessanti (Bruarfoss, Bruarhlod, Kerið, Hengill) e diverse sorgenti di acqua calda e termale (Hruni, Hveragerði).
Thingvellir è più complicato come zona da visitare perchè vasta. Parcheggiamo vicino alla cascata di Öxarárfoss e facciamo a piedi per circa un km in direzione sud. Ci sarebbero diverse zone da visitare comunque e richiedere un pò più tempo come area. Öxarárfoss è molto bella e meno turistica rispetto alla media del circolo. Diciamo che il parco lo abbiamo assaggiato, senza andare troppo nei dettagli.
Arrivo a Reykjavík verso le 19 e poi in direzione centro per cena. Parcheggiamo davanti all'Harpa e cerchiamo un locale che ci ospiti poco più avanti. Dopocena un breve giro fuori e dentro l'Harpa ma senza affrontare il centro: si poteva tranquillamente fare con i tempi ma la stanchezza del gruppo ha avuto la meglio.
19 Agosto
Giro in centro a Reykjavík in lungo e in largo visitando solo l'esterno delle attrazioni, pranzo a Bæjarins Bestu (il miglior hotdog del mondo, vabbe) e poi direzione Keflavik al noleggio auto per riconsegnare le due vetture e prendere l'aereo per rientrare a Milano.
Conclusioni
Ok, si, in Islanda c'è una infinità di cose da vedere. Le cose turistiche sono facimente raggiungibili e le principali strade sterrate possono essere percorse senza problemi con un veicolo a due ruote motrici e questo permette a chiunque di immedesimarsi un attimo esploratore e cercare posti non affollati ma allo stesso modo notevoli (e "notevole" è un eufemismo). In Islanda bisogna esplorare e perdersi.
Il giro è stato fatto totalemente usando sia un mezzo a 4 ruote motrici che a 2 ruote motrici senza grandi problemi. I fiordi occidentali sono sterrati ma se le condizioni meteo sono decenti non c'è il minimo problema. Paradossalmente il tratto più sconnesso è stato il tratto lungo la penisola di Vatnsnes.
Molti si chiederanno quale è la temperatura in estate in Islanda: fresco ma abbastanza costante (non essendoci differenza sostanziale tra giorno e notte la temperatura è pressochè la stessa). A fare trekking al sole si suda. Poi chiaramente piove spesso.
Per visitare Jökulsárgljúfur abbiamo percorso tutta la F862 che è abbastanza accidentata ma con il furgone a 2 ruote motrici è stata fatta senza problemi. Non ho idea se durante lo scioglimento delle nevi si formino guadi alti. La 864 forse è più curata ma non permette di visitare Hljóðaklettar. C'è un sentiero di 32km che permette di collegare Ásbyrgi a Dettifoss per fare un trekking di diversi giorni lungo il canyon.
Ho scelto di visitare Rekyavik come ultima tappa. Il giro in centro alla capitale (di fatto un poco la sera e una sola mattina) è stato piacevole ma non esausitivo. La grossa mancanza a Rekyavik è stato non riuscire visitare il Perlan Dome e andare in cima (ma neanche dentro) alla Hallgrímskirkja.
In generale ho indicato quali erano le cose da visitare in più nell'area, cose sicuramente valide, ma c'è sempre da gestire l'incognita meteo islandese (un giorno di sole e 4 giorni di nuvolo seguiti da un giorno di pioggia) e la stanchezza del gruppo. Un paio di giorni in più del tour avrebbero permesso di apprezzare meglio il giro e rendere la vacanza più esperienziale o almeno più rilassata (più bagni di acqua calda insomma).
Se qualcuno adora la solitudine allora può essere interessato a visitare la penisola di Hornstrandir: niente strade solo sentieri, si campeggia dove si vuole e l'unico animale presente è la volpe artica.
Ci sono due crateri vulcanici pieni di acqua sulfurea azzurra: il Viti a Krafla e il Viti ad Askja. Il secondo è sicuramente menu turistico perchè richiede un 4x4 per raggiungerlo con guadi profondi e terreni sabbiosi (niente che con un minimo di esperienza di off-road non si possa fare).
Cose non viste che forse valeva la pena di inserire? Il campo geotermico di Krisuvik, le scogliere di Basalto di Gerduberg, i faraglioni di Lóndrangar, il faraglione Hvitserkur, i crateri vulcanici a Laki, le 4-5 grotte di lava dell'Isola (Vidgelmir, Lofthellir, Raufahorshellir, Vatnshellir, ...), la cascata Aldeyjarfoss, il cratere di Kerid, salire in cima al monte Bjolfur o a Hlíðarfjall... ok.. la lista sarebbe troppo lunga ma è sicuramente una forma di bulimia da natura. Con un 4x4 e più tempo sarebbe stato bello arrivare ad Askja e/o ad Landmannalaugar.
A causa del maltempo abbiamo dedicato all'area di MyVatn solo una giornata e poco più, ma è un meteo normale per l'Islanda (anzi, è andata anche bene). Salire sopra una delle altre montagne nell'area sarebbe stato molto piacevole e comunque la giornata piena a Myvatn è stata impegnativa.
L'errore direi più grosso sicuramente è stato quello di dimenticare a casa le 3 guide cartacee dell'Islanda obbligandoci a muoverci un pò a tentoni (con un riassunto scritto da me e una sola guida).
Per quanto riguarda la quantità di valuta islandese da portarsi dietro direi che ne basta una quantità minima: qualunque attività commerciale dispone l'utilizzo di carta di credito. L'unico caso di uso di contante si è rilevato le strutture gestite da privati per esempio la vasca termale in luoghi isolati (insomma la vecchina che gestisce la pozza non ha ancora il POS nel 2015, imperdonabile) ma si tratta veramente di pochi euro. La carta di credito è accettata praticamente ovunque (indispensabile per fare carburante) ma è necessario usare il rarissimo PIN invece che la firma per poterla usare: recuperate il PIN prima di partire.
Ricordo che nel 2015 il cambio corona islandese ad euro si aggirava intorno a 150.
I supermercati Islandesi sono forniti e la catena Bonus propone prezzi comparabili con i nostri (del nord-italia). La pasta si trova ma mancano i sughi pronti (ma ci sono tutti gli ingradienti per preparare il sugo). Consiglio pertanto di non riempire la valigia con inutili pacchi di pasta o riso e se proprio si desidera conviene portare qualche sugo pronto.
La costa esterna è ragionevolmente servita di distributori e supermercati, in ogni caso evitare di scendere troppo sotto con il carburante.
Come in tutti i paesi nordici si cena presto: cercare di arrivare ai pochi ristoranti presenti massimo per le 20. Ovviamente quando si ha luce tutta notte sembra uno spreco, ma le usanze sono queste.
Tutti i posti dove abbiamo dormito erano di qualità buona (se non ottima). L'essere un gruppo da 11 ha permesso di riempire spesso i cottage da 6 posti, molto belli e dotati di cucina, riducendo di molto la spesa.
Nel complesso, prenotando il volo in anticipo, due auto (cercando le più economiche tra tutti i noleggiatori di Keflavik) di cui solo una un 4x4, mangiando quasi sempre pranzi al sacco e cene cucinate da noi, siamo riusciti a spendere circa 2100 euro a testa per 14 notti/13 giorni di vacanza, che per l'Islanda potrebbe sembrare un vero record.
Per esportare una mappa da Google MyMaps ad OsmAnd: in MyMaps cliccare su "Esporta in KML". Convertire il KML in GPX (io uso GPSBabel ma suppongo ci siano anche tool online che facciano questo task tipo http://kml2gpx.com/, l'importante è convertire i WayPoints) e infine mettere il file GPX su Google Drive o simili e aprirlo da Android con OsmAnd.
Risorse
- VisitIceland.
- Il sito dello stato delle strade islandesi: road.is e anche vegasja.
- Il sito della Hot Pools islandesi: http://hotpoticeland.com/: indispensabile per gli amanti dei bagni caldi in mezzo al nulla.
- Il sito di tutte le cascate del mondo: http://www.world-of-waterfalls.com: indispensabile per gli appassionati di cascate.
- Qualche informazione in tempo reale si può trovare su http://icelandreview.com/
- Il sito http://stuckiniceland.com/
- Adoro anche Iceland For 91 days, un travel-blog molto completo.
- Diversi tour fotografici forniscono materiale utile "[1]"
- Io sono solitamente contrario ai tour organizzati. Tuttavia per chi fosse interessato per svariate ragioni l'Islanda ne è piena. Provate www.re.is, www.icelandexcursions.is o elding.is a Rekyavik.
Un elenco di libri interessanti:
- Iceland: The finest coastal and mountain walks. 55 walks. With GPS tracks.